La triangolazione all’interno della famiglia

Murray Bowen, uno dei pionieri della terapia familiare, guarda alla famiglia come il luogo nel quale si sviluppa la massa indifferenziata dell’io familiare, un identità emotiva conglomerata il cui grado di intensità determina il livello di coinvolgimento di tutti i membri della famiglia e le possibilità di svincolo e differenziazione del sé di ciascuno.
All’interno di questo sistema emotivo le tensioni si spostano attraverso sequenze ordinate di alleanze e rifiuti tra due o più membri della famiglia.
Il grado di differenziazione del sé è uno dei concetti cardine della teoria di Bowen (1979) e definisce la possibilità di ciascun individuo di differenziarsi rispetto alla massa dell’io familiare; quando l’intensità emotiva della massa familiare è molto elevata, il livello di fusione dell’io, cioè di indifferenziazione dei suoi componenti, potrà essere così marcato da esitare in relazioni simbiotiche e patologie gravi come la schizofrenia; in casi meno estremi, ma comunque caratterizzati da alti livelli di fusionalità, incontreremo persone assorbite in un mondo di sentimenti, estremamente dipendenti dai sentimenti degli altri nei loro confronti e per questo costantemente impegnate a gestire le relazioni interpersonali in termini di conferma o rifiuto; il legame con l’altro definisce le loro possibilità di funzionamento nella misura in cui è possibile trarre forza e conferma all’interno della relazione di dipendenza emotiva, che, nel migliore dei casi, li accompagnerà per tutta la vita. [continua a leggere]

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